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IACOPI DISCENDENZE E STORIA

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1906 inizia Le Mans

1906: inizia Le Mans

 

(Stampato su “SUBASIO” n. 4/14 del dicembre 2006, Bollettino trimestrale dell’Accademia Properziana del Subasio di Assisi)

 

Quando il 17 giugno 2006 una cinquantina di bolidi sono partiti sul circuito Bugatti, la più celebre competizione del mondo ha festeggiato i suoi 100 anni. Racconto di un epopea.

V

ventiquattro ore di competizione dal 17 al 18 giugno 2006 hanno impegnato a Le Mans i piloti nella corsa automobilistica più celebre al mondo ed ormai centenaria. In effetti “Le Mans” rimane con la sua corsa cadetta di cinque anni disputata sull’International Speedway di Indianapolis - e se si mette da parte il campionato del mondo di Formula 1 creato nel 1950  - la competizione automobilistica più desiderata dai costruttori.

Ma la corsa occupa anche un posto privilegiato nella memoria collettiva, tanto che i Ministeri francesi della Cultura e della Comunicazione l’hanno considerata fra gli eventi celebrativi nazionali dell’anno 2006. Come il ciclismo ed il gioco del calcio godono di una grande popolarità in occasione delle classiche specifiche, l’auto fa convergere annualmente su Le Mans una media di circa 200 mila persone, con una stragrande maggioranza di anglosassoni. La pista certamente, rimane la regina di questo tradizionale fine di settimana, ma quello che accade al contorno, specie la passione di un pubblico assiduo per una intera giornata, non è una cosa da sottovalutare, al punto che uno spettatore della 24 ore di Le Mans prova la sensazione di partecipare direttamente e completamente alla festa.

Se l’affidabilità e le prestazioni sono state sempre uno degli obiettivi basilari della corsa di le Mans, la forma della corsa attuale risale piuttosto al periodo successivo alla 1^ Guerra Mondiale. In effetti alle origini, all’inizio del 20° secolo, la prova era un Grand Prix (Gran Premio) - denominazione che proveniva dal mondo ippico - il primo del genere al mondo: quello organizzato dall’Automobile Club di Francia, che diventerà successivamente il Gran Premio di Francia. In questo tipo di prova gli aspetti velocità pura e spunto (sprint) saranno in effetti le caratteristiche prevalenti.

La corsa era stata immaginata da Georges Durant, personalità francese comparabile per influenza al famoso Henri Desgrange, fondatore tre anni prima del Tour de France di ciclismo. La sua creazione si inscriveva nello spirito e nella dinamica dell’inizio del secolo, nel quale ogni nazione europea, con velleità di grande potenza, cercava di primeggiare in tutti i campi e quindi anche nel campo sportivo. Questo per la Francia era particolarmente sentito perché creare una grande nazione sportiva contribuiva a creare un popolo agguerrito nella prospettiva mai dimenticata di una “revanche” (rivincita) con i Tedeschi.

Georges Durant era all’epoca un impiegato a Le Mans dei Ponts et Chaussées (l’equivalente per certi aspetti della nostra ANAS) in connessione con l’ambiente industriale della città dove i Bolle, in particolare, avevano una certa rinomanza nel campo delle automobili. Con qualche altro appassionato egli fonda il 30 dicembre 1905 un Comitato del Circuito della Sarthe, che il 24 gennaio 1906 diviene ufficialmente l’Automobile Club della Sarthe e più tardi Automobile Club dell’Ovest (ACO), depositario ed esportatore del marchio “Le Mans”.

Il primo Gran Premio viene corso il 26 e 27 giugno 1906 su una distanza di 103 chilometri, su un tracciato ad est della città nel circuito della Sarthe (triangolo compreso fra le località di Saint Mars La Biere – Saint Calais - La Ferté Bernard). La gara si dimostra molto selettiva: delle 32 vetture allineate alla partenza solo 17 giungono all’arrivo e determinate parti del circuito come la “S” d’Arnage, Maison Blanche, Mulsanne o la passerella Dunlop, particolarmente difficili per il fatto di  mettere a dura prova motori, trasmissioni e telai, diventeranno degli autentici “luoghi della memoria” dell’immaginario collettivo dell’automobilismo.

Il 1° vincitore della gara Ferenc Szisz, vecchio meccanico della fabbrica di Louis Renault ed ormai primo pilota della casa automobilistica, compie il circuito, organizzato in due tappe di sei giri l’uno, ad una velocità media di 101 chilometri/ora. Dietro al vincitore si piazzano piloti rappresentanti delle case Pahnard e Levassor, Bayard Clement, FIAT e Mercedes. Uno dei fattori della sua vittoria di quell’anno si basa nell’impiego, inventato da Michelin, un pioniere manifatturiero dell’automobilismo, del cerchione amovibile, che consente di guadagnare molto tempo in occasione delle numerose forature di pneumatici durante il percorso.

Tenuto conto della difficoltà della prova, la vittoria a Le Mans rappresenta immediatamente una garanzia di notorietà per i costruttori che guadagnano nel passaggio-test a Le Mans le inevitabili ricadute di un prestigio e di una fama tecnica di portata mondiale. Fra gli altri costruttori, Delage, Bugatti, Matra, Peugeot, Renault per i grandi costruttori francesi, Aston Martin, Duesemberg, Talbot, Ford, Ferrari, Mercedes, Jaguar, Bentley, Porche e più recentemente Audi per i marchi stranieri, vi hanno a turno segnato la storia di questo sport.

Niente di sorprendente quindi se la gara, lanciata nel 1906, affascina ancora oggi, tanto che negli Stati Uniti uno dei circuiti dove si corre l’American Le Mans Series, quello di Atlanta, è stato battezzato “Il piccolo Le Mans”.

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