PAURA ed ASSERVIMENTO
Pubblicato su Rivista Informatica "GRAFFITI on line" (www.graffitionline.
com), del mese di agosto 2020, con il titolo “LA PAURA E L’ASSERVIMENTO”
http://www.graffiti-on-line.com/home/opera.asp?srvCodiceOpera=1941
Incutere o indurre paura costituisce un’arma di destabilizzazione per
confondere e condizionare un avversario o un corpo sociale.
epidemia di coronavirus non è stata attribuita alla Brexit; essa è dunque
una delle rare catastrofi di cui il populismo non sembra essere il
responsabile. Tuttavia dal 2016, i commentatori avevano annunciato che se
l’Inghilterra avesse lasciato l’Unione Europea, sul Regno Unito si sarebbero
abbattute le dieci piaghe d’Egitto. Ma a quanto pare fino ad oggi, il Tamigi non si
è trasformato in un fiume di sangue e le cavallette non si sono abbattute sulla
Cornovaglia o nel Kent. Il Regno Unito presenta ancora un debole tasso di
disoccupazione e continua ad attirare i migliori liceali del continente europeo, che
preferiscono, sempre in maggior numero, proseguire i loro studi nelle università
inglesi. La guerra civile non è ancora scoppiata in Irlanda e la Scozia non si è
ancora staccata dal suo vicino inglese. Se è ancora troppo presto per tirare un
bilancio della Brexit, occorre comunque prendere atto che tutte le previsioni
catastrofiche non si sono verificate. Ancora una volta molti commentatori ed
uomini politici hanno soffiato sulla paura dei cittadini, annunciando il peggio e
tutto questo si rivelato essere che del fiato sprecato.
La paura è un’arma politica
Essa impedisce qualsiasi riflessione serena e qualsiasi presa di distanza dagli
avvenimenti; essa scatena le passioni, radicalizza le opinioni, propone un capro
espiatorio alla vendetta popolare, che occorre necessariamente “sgozzare”. La
paura annichilisce la specificità delle persone per creare dei gruppi di massa che
vanno nella direzione imposta. Essa è la prima nemica delle libertà e delle
democrazie. In Cina, Xi Jinping tenta di approfittare della paura causata
dall’epidemia per rinforzare la centralizzazione del potere ed il controllo
“elettronico” della popolazione. Altrove, è la paura agitata dal nemico esterno che
giustifica l’inquadramento delle masse e la militarizzazione della gioventù.
L’effetto di condizionamento e di turbamento impedisce qualsiasi distanza dagli
eventi e qualsiasi riflessione distaccata, portando alla dittatura della
maggioranza (il fenomeno non sembra così alieno nel nostro paese); un nuovo tipo
di dispotismo percepito con grande timore da Alexis de Clerel de Tocqueville
(1800-1859).
La formazione e la cultura pluralista sono i veri bastioni contro la paura
Questi sono gli elementi che evitano di cadere nella trappola della demagogia e
della menzogna e che da soli assicurano la formazione di popoli liberi. Il politico
francese François Guizot (1787-1874) aveva ben percepito questo pericolo
dell’asservimento. Non ci può essere democrazia, se non con un popolo formato ed
educato; l’apertura delle scuole deve, in ogni caso, precedere il suffragio
universale. Questo è il motivo per il quale i nostri predecessori hanno aperto
scuole in tutte le città ed i villaggi della nostra Nazione. Un paese può essere
considerato veramente libero solo quando i suoi abitanti sono sufficientemente
istruiti da percepire la complessità del mondo. Purtroppo oggi si è costretti a
constatare che in buona parte dell’Occidente la scuola serve a dare un “pezzo di
carta” come viatico per il successivo lavoro e non come un processo formativo del
cittadino, dove si insegnano l’umiltà ed il valore del vivere comune ed in questo
contesto, il sistema educativo, la ragione cade sovente nell’oscurantismo
scientifico, che lascia spesso soffiare la paura sugli spiriti. Sull’agricoltura,
l’economia, il clima, le relazioni internazionali, ecc., il pluralismo intellettuale è
sistematicamente contrariato dall’assenza di dibattito, dalla ignoranza, dalla
malafede di chi dibatte e dal pratico divieto di vedere le cose un po’ più in là del
naso (ovvero in una prospettiva). Invece di proporre alla gioventù di istruirsi e di
passare parte del loro tempo nelle biblioteche per leggere classici, per tuffarsi
nella scienza o per avvicinarsi a discipline poco conosciute, vengono loro proposte
marce contro nemici supposti o immaginari (connessi alle paure instillate) e
manifestazione contro …, che non portano da nessuna parte. Invece di accendere
le luci del proprio spirito per capire il mondo nel quale devono vivre, molti giovani
preferiscono imboccare facili scorciatoie, zeppe di slogan e di concetti
prefabbricati, soddisfacenti, specie per i “non pensanti”. Gli si fa loro credere
che i mostri che essa vede configurarsi sui muri delle loro camere di giovani
hanno un volto ed una sostanza e fanno parte di una realtà, che, di fatto, non
esiste e che è il prolungamento delle loro paure. Le paure degli anni 2000
ipnotizzano, svuotano il cervello e portano all’asservimento di quelli che tirano i
“fili”. Questa società della menzogna non può portare che a drammi: droghe per
certuni, “sette” per altri, movimenti radicali per qualcun altro e quelli che
dovrebbero predicare i veri valori (istituzioni, chiesa ed altri) stanno impotenti,
spesso conniventi, ad osservare.
Informarsi e saper analizzare
Certamente, ciascuno di noi ha i suoi contenuti cognitivi, le sue preferenze e le
sue passioni (non sempre razionali). Ma sapersi informare ed abbeverarsi a fonti
o riferimenti non adulterati costituisce un punto vitale. Le informazioni
costituiscono il sistema nervoso della guerra per gli Stati, per le imprese e per
gli stessi privati. “Essi si istruiscono per vincere” come, ad esempio, ci ricorda un
motto dell’Accademia di Sant Cyr in Francia. Un motto decisamente più
moderno ed efficace di quelli che ho personalmente conosciuto nella nostra
Accademia di Modena, dove campeggia quello, pur significativo, di Una Acies, un
solo blocco, ma anche quello veramente triste di “divorare le lacrime in silenzio
ed in silenzio morire”, che, mi sia concesso, fa parte di una retorica sorpassata e
che poco si sposa con la figura professionale e tecnologica dell’ufficiale moderno.
Ma, tornando alle informazioni, esse da sole non bastano, occorre essere capaci
di selezionarle, di interpretarle, di analizzarle. Solo l’istruzione rende l’uomo
capace di cacciare le paure e sulla base di questo, formare uomini liberi, specie
nello spirito ed uomini pronti al combattimento della vita, perché, come diceva un
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noto scrittore, “la gioventù non è fatta solo per il piacere, essa è fatta per
l’eroismo” (Paul Claudel 1868-1955).