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QUARANTENA,
una misura che ritorna sotto …
mentite spoglie
Pubblicato su Rivista Informatica "GRAFFITI on line"
(www.graffitionline.com), del mese di dicembre 2020
In questi tempi di ripetuta crisi per la pandemia del Covid 19, si riaffaccia
all’attualità, sotto forme diverse un provvedimento sanitario che,
abbandonato nel 20° secolo, è, nei fatti, nato nella città di Ragusa
(Dubrovnik) 600 anni fà.
Dal 20° secolo, le quarantene, simboli di barbarie e di ignoranza, godono
di cattiva stampa, anche se, in sordina, misure di isolamento,
ribattezzate con termini più delicati (come “confinamento”) sono stati
ancora introdotti nel caso di epidemie o di malattie contagiose. La Cina
ha in effetti, sorpreso il mondo, adottando nel mese di gennaio del 2020 una
quarantena gigante a Wuhan, separando il territorio di questa metropoli
industriale ed i suoi 11 milioni di abitanti dal resto del mondo, al prezzo di una
recessione economica.
Ma è a Ragusa (l’attuale Dubrovnik, sulla costa adriatica della Croazia), nel 1383,
quindi a Venezia nel 1423 che sono state adottate le prime misure di isolamento
sanitario forzato. Si trattava per queste due potenti città marittime di
prevenire la peste dal Levante, imponendo alle navi provenienti dalle zone infette,
un isolamento di 30 o 40 giorni. Perché questo termine quarantena ? La cifra 40,
altamente simbolica (il Diluvio era durato 40 giorni nella Bibbia; Cristo aveva
trascorso 40 giorni nel deserto …) suggerisce una parentela fra impurità ed
infezione: 40 giorni per la purificazione delle puerpere dopo il parto, per l’uscita
dal lutto , ecc.
Il lazzaretto è un invenzione italiana
La struttura base del dispositivo messo in opera per la quarantena era il
lazzaretto (il termine era stato utilizzato in precedenza per i lebbrosari),
inventato nelle città italiane del 14° secolo. Queste prigioni per passeggeri
contagiosi, o supposti tali, vengono istituiti a partire dal 15° secolo su tutto il
Mediterraneo, spesso un’isola o una penisola. Essi erano supportati da una
amministrazione incaricata di verificare i passaporti sanitari dei battelli e dei
viaggiatori. I responsabili delle infrastrutture delle città italiane (edili) hanno
mobilitato (militarizzato) i medici quando quest’ultimi tendevano a scegliere la via
della fuga, secondo il vecchio adagio in caso di peste, cito, longe, tarde (Parti
presto, Vai lontano, Torna tardi). Essi hanno già distinto i casi di malattia
accertata, ad esempio i pestiferi con bubboni ed i sospetti ed evitato di metterli
insieme.
Attenzione comunque sia all’anacronismo. In assenza di conoscenze sulla
trasmissione microbica, il termine contagio (1), attestato nella letteratura
medica antica, designa a quel tempo il contatto corporale o la condivisione di un
mezzo ambiente contaminato dai miasmi che proveniva dalle immondizie e dalle
acque stagnati o anche dal solo sguardo.
I lazzaretti hanno sempre avuto una funesta reputazione a causa dei vincoli e
delle terribili condizioni di vita nel confinamento. Con tutti i loro difetti, le
quarantene hanno, con ogni probabilità, limitato le catastrofi. In ogni caso, è
proprio dalla trasgressione di una quarantena a Marsiglia, nel 1720, da parte
dell’equipaggio della Grande Sant’Antonio che è stata introdotta la peste nella
città con le sue migliaia di morti come conseguenza. Questa, in effetti, è stata
l’ultima peste, storicamente accertata in Europa.
Alla fine del 18° secolo il continente respira. Negli anni che seguono la rivoluzione
francese, François Brousset, figura dominante della scuola medica francese,
nega il contagio, basandosi sui principi della medicina di Ippocrate e di Galieno.
Quello che scatena la malattia è lo squilibrio degli umori (pletora). Una vita sana,
pertanto, è la migliore prevenzione contro la malattia. Uno dei suoi discepoli, il
dottore Antoine Clot (più conosciuto sotto il nome di Clot Bey 1793-1868) al
Cairo, propugna la dieta e lo stoicismo di fronte ai fatalisti ed ai partigiani del
contagio. Egli si farà inoculare in pubblico del pus di bubbone pestifero e non ne
proverà alcun fastidio.
Nel 19° secolo, le quarantene ritrovano, nondimeno, un recupero di attività di
fronte ad un nuovo flagello proveniente dall’Asia: il colera. Nel 1893, viene
firmata a Dresda una convenzione internazionale sulle quarantene nei confronti
dei viaggiatori e delle merci. L’Inghilterra recalcitra di fronte all’embargo sulle
merci, a causa del suo vasto impero. Con l’accelerazione dei trasporti, è ormai il
pellegrinaggio alla Mecca che preoccupa le grandi potenze. L’immenso lazzaretto
di El Tor del Sinai, in Egitto, costruito nel 1898, darà nel 1905 il suo nome alla
forma patogena del vibrione colerico che era stato identificato dal dottore
Roberto Koch (1843-1910) nel 1893 a Calcutta.
La vecchia controversia fra partigiani del contagio e dell’infezione attraverso il
mezzo ambiente si spegne con la scoperta dei microbi. Il germe, prima del virus,
viene a costituire il legame fra il contagio interumano e l’infezione. La durata
della quarantena viene ormai regolata e ridotta, in funzione della sopravvivenza
del microbo nell’organismo, a partire dal momento in cui si viene a disporre di
esami microscopici che costituiscono la prova della malattia.
Oggi la medicina moderna, promuovendo “l’isolamento comunitario” presso il
domicilio, associato ad una stretta sorveglianza medica due volte al giorno, non
solo cancella una terminologia angosciante, ma instaura un nuovo ordine razionale,
che si basa su una migliore conoscenza dei parametri biologici, come il tempo di
incubazione della malattia e della contagiosità e sul rispetto del consenso degli
interessati. Questo isolamento è stato sperimentato in occasione dell’epidemia di
Ebola, nell’Africa dell’Ovest nel 2014.
Ma, quando la quarantena concerne una intera regione e quasi un continente
intero, essa, a quel punto, può ritornarsi contro sé stessa: come si può mantenere
inattiva una città intera e si possono gestire i minimi spostamenti di persone ?
Una realtà già percepita nel corso del passato, ma di cui l’episodio attuale del
corona virus fornisce un esempio su scena mondiale, seguito quotidianamente da
tutto il pianeta in stato di allarme. Ci si potrebbe augurare, d’altronde, che una
mobilitazione simile si possa operare intorno ad altri conflitti/fenomeni (la fame,
l’ambiente), che devastano il mondo di oggi. Anche in questo caso l’epidemia deve
inevitabilmente fare ricorso al … moralista !!!
NOTA
(1) Contagio, deriva dal latino contagio che risulta dall’unione di due termini cum
(con) ed un derivato del radicale di tangere (toccare), sinonimo di contatto. Il
termine designa nella letteratura medica antica la trasmissione di una malattia
per contatto corporale. Poi, per estensione, i danni di una malattia a prescindere
dal suo meccanismo di trasmissione (diretto, da un individuo all’altro per mezzo di
liquidi organici o indiretto, attraverso il mezzo aereo ambiente).